27 agosto 2008

Ciudad Guayana - 27 agosto

La Guyana é un paese a sé stante...
é chiaramente in Africa...
non in Sud America.
Non ci sono infrastrutture... peró si parla inglese...
Le strade sono di terra battuta... buche e pozze...
I ponti sono pochi e maltenuti...
Eppure non c´é quella povertá...
le persone vivono con poco...
ma nelle condizioni in cui viaggiavammo la gente ci ha offerto il pranzo...

Il Guyana confonde...
afromaericani, industani, amerindi...
Il Guyana confonde perché piace...
ma dovrebbe forse essere il contrario.

Il Guyana ti discrimina...
anche perché non riesce a metterti un etichetta...
Missionari? Turisti? che ci fanno dei turisti in Guyana...
Ingegneri?
Si... stiamo facendo qualche calcolo per dare una minima mano energetica a tre villaggi in mezzo alla foresta amazzonica. Un frigo, qualche lampadina, internet.
Si... internet. Internet é tutto... essere connessi, per le nuove generazioni é vitale. E i padri di questi ragazzi lo sanno... ne sono coscienti... vedono lungo...

Solo poche righe... ragazzi...
é stata una giornata dura ieri...
un giorno vi racconteró tutto... promesso.

Vi abbraccio tutti indiscriminatamente!

G!

14 agosto 2008

Caracas - 13 agosto

Sono Vivo...
Caracas e' complessa... molto complessa...

Alzo gli occhi... e mi si chiudono le palpebre...

11 agosto 2008

Puerto Escondido

"Se uno come te scappa - mi sono chiesto - dove va?
In Europa no, perchè costa troppo e poi con l'interpol subito ti beccano. E lo stesso vale per gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, eh... sono paesi anglosassoni, paesi civili: un telex e ti fottono.
E poi tu non sai l'inglese.
Allora in oriente, l'India... eh...
Ma tu non sei un mistico. Ho setacciato tutti i libri a casa tua. Tu sei uno dei pochi che non ha letto Siddartha.
Dell'Africa, meglio non parlarne, come fa uno con la vita protetta come la tua ad andare in Africa, troppa miseria, troppa guerra. Fame, malattie. E poi là si parla francese.
Ora, dove può andare uno italiano facendosi capire e capendo... in Sud America.

Messico e nuvole...
la faccia triste dell'america..."

Tutto questo era rivolto ad Abatantuono da un detective che lo inseguiva...
Bene... tutto questo non sono io, tranne per le ultime 3 righe...
E tra 1g 18h e manciate di minuti...

06 agosto 2008

9 ore di tramonto

Baratteresti 5 ore di ritardo del tuo aereo con un tramonto lungo nove? Viaggiando da est ad ovest, non necessariamente sopra la Siberia, si può fare.
Nove ore con alle spalle la Notte che avanza ma tu sei più veloce (ancora non abbastanza da relativizzare la morale però: non puoi uccidere-stuprare-rubare impunemente).

In realtà col cazzo che sono così soffisticato.
In realtà sono gli aventi ad avermelo l'hanno imposto.

Porta scorrevole. Occhi (ancora) umidi. Aeroporto. Giapponesina Finnair mi sgattaiola davanti: parla - anche lei - da sola.
La ignoro. Cerco di ignorarla. La ascolto.
"Helsinki, delay, heavy delay"
Sposto la mandibola in avanti (morso inverso) e giro leggermente gli occhi (si vede il bianco) mentre mi ingobbisco in un "xxdiocanemxerda".

Vedremo cosa ne penserà il mio corpo quando finalmente arriverà a Gaeta dopo essere stato sbatacchiato da Osaka ad Helsinki (onenightstand in piacevole compagnia di Gianluca).
Ascoltami, segui le mie indicazioni e arrivi facile. Da qui prosegui direzione sud-ovest fino Milano, svolta a sinistra e - dopo aver abbracciato forte tuo Padre - fly by su Udine. Poi sali su quel cazzo di Intercity alle 5.50 e vedi di dormire corpo... e vedi di riassorbire quel jetlag infinito che già senti come chiodi nel cervello.
Bene, sei arrivato a Gaeta: ci hai messo 2 giorni... anzi 50 ore. Ummm impressiv gud giob.
Ora setta la sveglia: hai 5 giorni per mettersi in bolla per la Spedizione Sudamericana.

"Stai zitto e fai attenzione".
Parole sagge.
Terrò a mente.