22 febbraio 2008

Sud America

Supporto sonoro:
Queremos Paz - Gotan Project

(Al viaggiatore che ri-incontrerò... in me)

C'era una volta il Sud America... se ne sta
va tutto il giorno attaccato all'Africa... poi una bella mattina decisero che era tempo di separarsi.
Ma, a vederlo dall'alto, sembra che non se la passi così bene, sto Sud America.
A dir la verità, a vederlo sulla mappa... a me ricorda un volto che smascella un urlo.

Qualche anno fa decisi che, forse, il viaggio che aspettavo da anni era proprio li. 4 mesi, o meglio, fino a Natale 2008. Se tutto va come deve andare (laurea a luglio) allora saranno 4 mesi, 120 giorni.

Partenza: Caracas - Arrivo: Buenos Aires.

In mezzo solo un bastimento carico di interrogativi... chi, come, dove, quando... perchè?
Intanto il chi... beh, fino a quando non ho in mano i biglietti... non posso dire se sarò solo o mal accompagnato...
L'idea sarebbe di fare una serpentina, dal Venezuela, virando a ovest verso la Colombia, Ecuador e Perù.
Da Lima prendere l'aereo fino al centro della foresta amazonica, Manaus, e lì imbarcarsi destinazione Belem. 6 giorni di navigazione fino alla foce del Rio, dove da una sponda all'altra ci sono 10 km... un mare in movimento - cazzo ho già i brividi a pensarci.

Poi proseguire sulla costa del Brasile per arrivare a San Paolo, Rio e come ultima parte Buenos Aires, Argentina.

Per ora questa è solo una bozza, un'idea in movimento. Il Cile mi affascina e non vorrei saltarlo.

Vedremo. Per ora mi accontento di sognare, mentre sono in coda per il passaporto o al centro malattie tropicali.

Alzo gli occhi, ma stavolta ci sono ancora le 4 mura di Via Dal Re.

E' ancora presto, 4 esami all'alba.


Notte Fioi!


21 febbraio 2008

Camarella opus est

Supporto sonoro:
NOFX - Drugs are good
(Paco: mi ricordo ancora le buste che mi portavi dalla Svizzera...)

A casa mia, capivi istantaneamente quando era Lui a fare la spesa. In Lui c'era (e c'è tuttora) una malcelata passione per le cose dolci, cioccolata&co, creme alla vaniglia, budini... (insomma tutto quello che contenga almeno il 37% su base massica... di carie).

Per darvi un idea della Sua bramosia... quella qui a fianco è un avviso che lasciai a "Babbo Natale", visto che l'anno precedente aveva finito TUTO il barattolo di Nutella che gli avevo lasciato per rimettersi in forze durante la notte del 24.

Quindi, se il sabato pomeriggio trovavi delle cioccoschifezze nella dispensa, era abbastanza chiaro che Don Claudio avesse colpito ancora (LIDL era la sua vittima preferita... e se avete mai fatto una puntata in questo discount sapete pure perchè...).

Ora sapete in questo contesto sono cresciuto e come ho accresciuto il mio feticismo per le camarelle.

Nella classifica delle SETTE MERAVIGLIE "Gommose" del MONDO si posizionano:
8. Tutte quelle che non mi "piacciono" (parola grossa... perchè in realtà NON esistono quelle che proprio non riesca a mangiare... con un pò di impegno si fa tutto...) Però, ora che ci penso gli orsetti gialli proprio no... quelli fanno veramente cagare!

Dicevamo:
7. Liquirizie ripiene (colore bianco.. anche se non sono MAI riuscito a capire se gli altri colori fossero diversi)
6. Orsetti quelli bianchi
5. Il Cotone estruso (il tossicone indeperibile)
4. Ciliegie (se sono vecchie lo capisci subito perchè non riesci a deglutirle)

Top three...
3. Cocacoline - Orsetti Rossi (parimerito)
2. Vermicellini frizzantini

Vince doppiando gli avversari...

1. Polka Mix: Orsetti, Liquirizie ripiene, Rotelle di liquirizia, uno o due (se sei fortunato) coccodrilli verdi o squali blu, cocacoline come se piovesse... insomma... una cosa quasi illegale e che mi sono imposto di riservare SOLO per viaggi in treno.

Se un giorno avrò il diabete potrete dirmi di andarmi a rileggere sto post... Per ora le analisi del sangue, fresche di vena, dicono solo che ho i trigliceridi nu poch' alti.

Quindi... viva le caramelle e lunga vita all'Haribo.

14 febbraio 2008

San Nicolò, dai cazzo, credi in te stesso!

Ieri ho scoperto che, a 10 anni, non ero così pirla come credevo. Sapevo per esempio dell'inesistenza di San Nicolò.

Però c'è bisogno di una mini introduzione, in quanto San Nicolò non è equamente distribuito nella nostra amata penisola (almeno non quanto Pizza Pasta Pavarotti e Mandolino).
In questi anni universitari ho scoperto che in molte regioni, per esempio, Mr. Nicolò se la gioca con la Miss Befana per il titolo di vice-babbo (natale). Nell'opulento (ancora per poco), overproduttivo e iperleghista (nonostante ci sia una delle zone a più alto tasso di immigrazione) Nord-Est, per par condicio, Befana e San Nicolò hanno quasi la stessa importanza.

Risultato: le festività natalizie fanno brutto.

Vi lascio con una domanda... che cosa mi porto San Nicolò nel dicembre 1993?


Utilità del post? NULLA...
...ma dovevo fare un piccolo cappello alla meravigliosa frase conclusiva:
POCHE PAROLE MA UN GRANDE CONCETTO

Notte Fioi!

10 febbraio 2008

Traslocare... elucubrazioni sul Cambiamento e l'inadeguatezza del Cuore.

Supporto Sonoro
Il Nuotatore - Giovanni Allevi
(Fabio, trovare un Fratello a 19 anni non capita spesso)

Negli ultimi 2 anni sono stato attore diretto o indiretto, ma sempre attivo di 7 traslochi.
Mi faccio "fottere" sempre. Ma fottere fottere, eh...
Cazzo, perché quando arriva la domanda...
"Oh, Gian, senti ma... non è che (per caso) mi daresti una mano a metter via un pò di cose, che cambio casa".
Da questa fatidica domanda (per caso), non riesco a divincolarmi, niente colpo di reni e salvataggio in angolo.
Eppure non è per una eccessiva magnanimità... eh no... per un amico è il minimo.
E nemmeno per una mia difficoltà a imporre un "no": fortunatamente mi sono affrancato dal si incondizionato.

Forse il fatto è che far fatica non mi ha mai messo a disagio, anzi... lo ritengo quasi una benedizione dopo le lunghe ore di studio. By the way... una volta avevo un culo... sob...

Quell'aura che hanno tutte le imprese fatte per - e con - le persone a cui ti senti legato, non basta a render conto di una smazzata 4 piano senza ascensore, armadio, letto, cucinino, porco dio e la madonna, e pacchi di libri, che nemmeno Pascoli, nella biblioteca del padre.
Ci di deve essere di più.

Credo che la Ragione per cui mi faccio "fregare" ogni volta, sia la peculiarità che permea il concetto di trasloco: il cambiamento.
Quello che mi frega è il pathos pieno di ottimismo che trova sua massima espressione nell'atto di fare fagotto ed andarsene. Mi rendo conto che sia una visione molto personale della cosa, d'altronde se non fosse personale chi cazzo me lo fa fare di scriverla. E' il futuro al quale permetti di prendere il largo, salpate le memorie che ti trattengono in porto.
E' di questo che voglio essere attore e non spettatore, nonostante non sia io ad andarmene, nonostante io resti: io voglio esserne parte di questo pathos.
E' impossibile, per mia natura, non vedere, nel rituale del prendere dallo scaffale, guadare l'oggetto, decidere se verrà con te o meno, e poi riporlo nello scatolone "perlacasanuova", un simulacro del rituale di ripiglio (o meglio risistemata) interiore.
Una cernita del tuo passato che trova il suo culmine nell'azione del gua(r)dare - esattamente come fosse un fiume - l'oggetto. Durante un trasloco, a volte basta che l'occhio si posi sull'oggetto che è stato spettatore passivo della tua vita, per dare il via all'epifania. Plug and Play di immagini che ti si scarica addosso, innescato dal prendere in mano quel porta CD, rotondo, in plexiglas (atroce) che eri sicuro essere base portante di quel cumulo di polvere sull'armadietto in cucina.
O le sberle di emozioni date da quella rana di legno, bucata da parte a parte e trafitta da un bastoncino scuro, che ti riporta al movimento propiziatorio che facevi ogni volta che ce l'avevi sotto mano.

Ma in questa serata di metà febbraio, appena passata la mezzanotte col freddo che fa fuori, voglio ricordarmi di un trasloco che ha lasciato il segno.
Il trasloco di Fabio da Milano. Via per sempre. Da Milano. Amsterdam approaching.
Sì, perchè quelli furono giorni di fatica vera, in quei giorni in cui "A Milano, la fa l'afa da padrona". Ore che passavano lente. Ore che lasciavano le braccia indolenzite e la schiena a pezzi.

Ore in cui il mio cervello non riusciva a capire cosa il cuore, più in basso, stesse gridando.

Ma per capire veramente l'ultimo gerundio bisogna fare tre passi indietro.
2002 - Via Mantegazza 29, e Gian, sbarbato (ecco... chi non mi avesse mai visto sbarbato, provi solo ad immaginarmi, malato terminale, bianco e lievemente putrescente... ATROCE).

La mia prima casa di Milano: la prima volta che telefonai, mi rispose una voce un pò lievemente acuta, a tratti femminile.
Io: "Salve, sono Gianluca"
Interlocutore: "Ciao, come posso aiutarti?"
Io: "Salve Signorina, cerco Fabio"
Interlocutore: "Ciao, sono IO"
Io (penso) :"Eccheccazzo... coinquilino frosh.... ammazza che inizio..."
Stavo parlando per la prima volta con Fabio, la persona con cui avrei vissuto il mio primo anno a Milano.

Quando entrai a casa (la giornata era splendida, il sole entrava diretto dalla finestra e sbatteva sul bianco dei muri), in cucina c'erano lui e Stefania, la sua ragazza.
Lui mi venne incontro, Stefania, seduta al tavolo, leggeva un giornale. Il vuoto tra di noi era riempito di quella tranquillità felliniana, densa, come nelle campagne ad agosto.
Mi innamorai di loro perdutamente.

Passò un anno, comprai casa a Milano, città dove mutuo e affitto sono praticamente due sinonimi. Andai via da Mantagazza 29.

Passarono altri anni.
Un giorno ricevetti una mail:
Fabio e Stefania erano lasciati.
Rimasi di sasso.

Ora eravamo lì, in Mantegazza 29. Per il trasloco definitivo di Fabio.
Tornare in quella casa e rivangare gli oggetti che furono testimoni oculari del loro Amore fu devastante.
Per me... non voglio nemmeno pensare a Lui.
Parlavamo, scherzavamo... mentre ci spaccavamo il culo. Non finiva mai. Quella montagna di cose non finiva mai.
Ma a volte... mi bloccavo: toccavo, odoravo, guardavo... e partiva la pellicola etichettata 2002/2003.
Da solo andavo sul balcone della cucina, mentre Fabio continuava a lavorare.
Gli alberi, le macchine, i tram lontani si sfocavano davanti alle lacrime.
Quelle lacrime che scendono, non quelle che blocchi prima. Parallelo al suolo, le faccio cadere senza che mi striassero le guance e la barba. Spalanco la bocca, come quando devo gridare, ma non emetto alcun suono, tranne che un sospiro anonimo, scandito da altrettante botte di diaframma che, in quel momento, reclama la sua indipendenza.
Non era rabbia.
Quella smorfia era il volto di una delusione immensa, dell'ennesima presa di consapevolezza che la vita è un vortice travolgente, l'ennesima riprova, che forse non capisco veramente un cazzo di cosa sia veramente l'Amore. Quel sospiro anonimo era il rumore del cuore che esprime la sua inadeguatezza a esperienze di questo tipo.

Lavorammo per tre giorni in quel di Mantegazza 29, quinto piano.
Una di quelle sere feci quasi impazzire Cinzia...
Ora il ricordo mi riporta un sorriso...
ma la tempesta di quella sera me la ricordo ancora. Tutta.
Me li ricordo quei giorni, in cui ero cosciente di essere felice.
Che tutto era perfetto, nonostante tutte le mie possibili imperfezioni.

Pochi giorni fa, Fabio ha traslocato di nuovo.
In realtà erano le ultime cose che erano rimaste a Bari.
Definitivamente ad Amsterdam.
La sua vita è lì... la stabilità che cerca, se la sta guadagnando non senza rinunce e affilati interrogativi. Ma le persone che ama sono con lui in questa decisione.
Ma lui? E' con sé in questa decisione?
Io credo di si, e credo anche che se non ti fai paranoie ora... Vec, quando mai, allora, ti sarà consentito fartene.

Benissimo.

Alzo lo sguardo,due bottiglie d'acqua vuote davanti a me, una tazzina con scritto "caffè al volo" alla mia destra.

Publish Post.

Notte Fioi!

09 febbraio 2008

Sette mesi a quota periscopio

Supporto sonoro:
Mina Mazzini - Se telefonando
(Eva, geniale ed eccessiva, fragile ma con due palle così, la migliore amica che abbia mai avuto)

Catena al collo... genuflesso sui ceci... scudisciate come se piovesse... Occhi bassi sui libri... e su di Me...
Fino al sesto mese, quota periscopio: esami.
Il settimo mese, si inizia a risalire Capitano: laurea. 22 luglio dicono.
Alla fine dell'ottavo, Sudamerica.
Alla fine del dodicesimo torno... per poi ripartire...
Inizio 2009... inizio Vero, pagina bianca... (non mi piacciono gli anni dispari)
Ma inutile partire per la tangente... ce ne sono ancora cose da fare... una cosa alla volta Vecchio!Sembra tutto deciso fino a fine anno... ma naturalmente non si può mai star tranquilli, quindi andiamo piano con i progetti, giusto Steve?
Si perchè gli esami non sono mica finiti, e basta poco per smadonnare tutto... sgarri un appello e ti ritrovi impalato. Fortunatamente la tesi è finita... almeno questo... e fortunatamente anche CFD è andato... quindi in realtà sono 5 su sei to go...
Schizzo di Panoramica esteriore.

Panoramica interiore...
No... non è ora il momento... niente anticipazioni... solo qualche intercettazione...
Comunque sempre casino... eccheccevoifà...:)

Chiudo, mentre già pregusto una nottata serena tra le mura che mi hanno ospitato per 17 anni.
Treviso, Mareno di Piave, frazione Bocca di Strada... l'unico rumore che si sente sono le travi di legno del tetto: "lavorano".

Io, invece, lavoro di cervello... ma con calma...

Ricapitoliamo
6 mesi + 6 esami + una laurea = SUDAMERICA...
... e Lei? eh, Lei...